Imbolc e la Candelora: il ritorno della Luce
Nel pieno dell’inverno, appena finiti i “giorni della merla” (29, 30 e 31 gennaio), tradizionalmente considerati i tre giorni più freddi dell’anno, gli Elementi si preparano al prossimo cambiamento: l’Aria è frizzante e pulita, molto attiva con il Sole nel segno dell’Acquario; la Terra si prepara al risveglio dei semi che ha conservato e protetto durante le gelate; l’Acqua si trasforma in effimera brina; il Fuoco è ancora utile nelle case dove ha sostituito la luce ed il calore solari, ma è presente simbolicamente proprio nei semi sotterranei che si stanno preparando a germogliare.
Il freddo è ancora pungente e sono frequenti le gelate notturne, ma già il Sole si sta avviando verso l’Equinozio, e così l’animo umano si prepara al prossimo risveglio della Natura.
Siamo ormai giunti, come scrisse Dante (Inferno, XXIV, 1-5),
“In quella parte del giovanetto anno che ‘l sole i crin sotto l’Aquario tempra e già le notti al mezzo dì sen vanno, quando la brina in su la terra assempra l’imagine di sua sorella bianca …“
Nel leggere questa descrizione si ricordi anche che, secondo il calendario ai tempi di Dante, la primavera giungeva circa dieci giorni prima di adesso.
In questo periodo di trasformazione cosmica, in tutta Europa si svolgeva un’antica festa pagana finalizzata alla purificazione chiamata Oimelc o Imbolc, in cui si accendevano fuochi rituali, simbolo della luce e del calore.
La festa delle candele e della purificazione
Con l’avvento del cristianesimo, la festa di Oimelc divenne la Candelora, celebrata da secoli il 2 febbraio con tradizionali processioni e benedizioni di candele.
Fra le otto feste sacre dell’antico calendario ciclico, la Candelora rappresenta la centralità dell’inverno, e quindi l’inizio dell’ultimo periodo freddo dell’anno. Il significato simbolico di tale festa è quindi legato al rinnovamento.
Per essere in sintonia con la Natura e con il ritmo cosmico della Vita gli antichi usavano riti propiziatori, con i quali riuscivano a mettersi in contatto con la parte più profonda e autentica del Sé: in ogni comunità si usava soprattutto il linguaggio dei simboli per adeguare il corpo, la mente e l’anima ai continui cambiamenti dell’ambiente e del clima.
Candelora è una festività “lunare” e femminile che ancora oggi richiama l’esigenza di una interiore purificazione. Spesso è il corpo che “sente” questa necessità e si autopurifica aumentando la propria temperatura con il Fuoco della febbre. Nell’antica Roma il mese di febbraio (februarium) era dedicato alla purificazione; era il mese delle febbri, intese non tanto come malattia ed infermità, quanto come utile pulizia del corpo dalle tossine accumulate nella brutta stagione. Si onorava la dea Giunone Februata, e con lei tutte le donne, signore del focolare e patrone dell’armonia nella vita familiare.
Tradizionalmente si svolgevano riti con il fuoco, l’incenso, l’acqua ed il latte, simboli di rinnovamento e di vita; ed erano principalmente le donne che guidavano le celebrazioni di questa ricorrenza sacra.
Fondamento Biblico
Secondo la legge di Mosè (Es 13, 2.11-16), ogni primogenito maschio del popolo ebraico era considerato offerto al Signore, ed era necessario che dopo la sua nascita i genitori lo riscattassero con l’offerta di un sacrificio. Inoltre, secondo la stessa legge di Mosè, una donna era considerata impura del sangue mestruale, indipendentemente dal fatto che il nuovo nato fosse il primogenito o no: l’impurità durava 40 giorni se il figlio era maschio e 66 giorni se era una femmina (Lv 12,1-8). Per la combinazione dei due passi scritturistici, ai tempi di Gesù era previsto che 40 giorni dopo la nascita avvenissero simultaneamente l’offerta del primogenito e la purificazione della madre, come in effetti Maria e Giuseppe fecero, secondo quanto narra il vangelo secondo Luca (2,22-39). Da qui la festa del 2 febbraio, che cade 40 giorni dopo il 25 dicembre, Nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”
Per i celti
Questa celebrazione era dedicata a Brigit, dalla radice breo che significa fuoco. Brigid è una divinità triplice, ossia rappresenta la fanciulla all’interno dei tre aspetti della dea che corrispondono alle fasi lunari (Luna nuova come fanciulla vergine, Luna piena come madre, Luna calante come anziana saggia o strega). Brigid in quanto fanciulla porta in sè il fuoco della potenza creativa, ed è dunque
patrona del sacro fuoco inteso in senso sia fisico sia spirituale: fuoco della creazione materiale delle fucine e degli artigiani che lavorano i metalli, fuoco di guarigione, energia risanatrice,
e infine fuoco interiore dell’ispirazione poetica. Brigit è dunque signora dei fabbri e degli artigiani,
dei guaritori e delle levatrici in particolare, e dei poeti.
Il periodo di Imbolc è quindi contrassegnato del simbolismo del fuoco inteso sia come energia rinnovatrice ed ispiratrice, sia come elemento di purificazione. L’aspetto della purificazione lega Imbolc oltre che al fuoco anche all’acqua, e infatti molte sorgenti erano dedicate a Brigit ed erano ritenuti luoghi di guarigione e di fertilità presso le quali le donne si recavano per chiedere di rimanere incinte o di avere un parto facile.
È il momento in cui nelle fiabe il cavaliere bacia una vecchia megera e la trasforma in una bellissima fanciulla: metafora della trasformazione dell’inverno nella primavera, nell’eterno ciclo della vita.
In Irlanda è tradizione preparare degli amuleti con le spighe dell’ultimo raccolto: si tratta di croci a quattro braccia di uguale lunghezza che vengono denominate “croci di Brigit”, sono un potente simbolo solare e hanno funzione protettiva e di buon augurio.
In seguito all’avvento del cristianesimo, Brigit è diventata santa Brigida di Kildare, badessa del monastero dove fino al 1600 è stato ininterrottamente mantenuto acceso un fuoco sacro vegliato da 19 monache, in una evidente analogia con le figure delle Vestali del mondo classico (il numero 19 richiama il ciclo metodico: 19 sono gli anni necessari perché nello stesso giorno solare, la luna si trovi esattamente nella stessa posizione).
Simboli di Imbolc sono il bucaneve, il primo fiore a spuntare annunciando l’atteso ritorno della primavera;
il serpente, simbolo delle energie telluriche che tornano in superficie; ed il fuoco. E’ interessante, a proposito della simbologia del serpente, notare come esso fosse salutato come il primo segnale
del ritorno della bella stagione: quando il serpente usciva dalla tana significava che la primavera era davvero vicina.
CELEBRAZIONE
LA CANDELORA
01 Febbraio 2024
a Santarcangelo
Tenendo conto di tutte le importanti tradizioni del passato. diamo inizio al ritorno della luce con la celebrazione di Imbolc. Questa è una tappa più sobria dove sarebbe bene non eccedere con il cibo e le bevande, che non siano quelle rituali, ecco dunque come si svolgerà:
PROGRAMMA
Ore 20:00
Purificazione dei corpi sottili
Esperienza meditativa nell’ipogeo
Caricamento delle candele
Oracolo del proprio sentiero
Condivisione del cibo rituale
In loco troverai tutto ciò che serve anche le candele, devi solo avere con te materassino yoga e cuscino se lo desideri per poterti sedere a terra.
Al termine dell’esperienza verrà consegnato il kit di lavoro da proseguire a casa.
Per via dell’assorbimento acustico e per la buona riuscita dell’esperienza il numero dei partecipanti è ristretto. Si può partecipare solo con prenotazione entro 29 gennaio.
Quota di partecipazione € 26
PRENOTAZIONI 392 2313470