Se tu sapessi
Se tu sapessi che quel
grande singhiozzo che stringi
tra le tue braccia, che quella
lacrima che tu asciughi
baciandola,
vengon da te, sono te,
dolore di te mutato in lacrime
mie, singhiozzi miei!
Allora
non chiederesti più
al passato, ai cieli,
alla fronte, alle lettere,
che cosa ho, perché soffro.
E tutta silenziosa,
con quel denso silenzio,
della luce e del sapere,
mi baceresti ancora,
e desolatamente.
Con la desolazione
di chi al fianco non ha
altro essere, un dolore
estraneo; di chi è solo
ormai con la sua pena.
Volendo consolare
in un altro chimerico
il gran dolore ch’è suo.
Da “La voce a te dovuta” di Pedro Salinas
L’Appeso nei tarocchi è rappresentato da un giovano ragazzo con le mani legate appeso per la caviglia destra al ramo di un grande albero, in una specie di tortura o quanto meno in una posizione scomoda e dolorosa, anche se la sua espressione è serena. Pertanto ne deriva la complessità dell’interpretazione, prima di tutto sicuramente l’inversione dello schema e del punto di vista, come anche il sacrificio e la sua inconscia accettazione così come la dolorosa tortura riservata in passato ai debitori.
L’impiccagione, ovvero l’inversione di prospettive e di valori, conferisce un vero e proprio sgretolamento della personalità, fuori dalle rotte rigide e convenzionali. Questo arcano è un invito alla ricettività.Rappresenta tutto il tempo necessario per rivedere scelte progetti e situazioni. Il tempo dell’attesa, comprensiva di quei ritardi apparentemente noiosi che invece hanno ragion d’essere, una ragione non visibile ma che come segni divini permettono la maturazione del tempo giusto. Non resta quindi che accettare ciò che c’è nel presente senza controllo e forzature ma con una calda presenza, lasciando che le cose si manifestino naturalmente.